Il Karatedo

Cosa significa il temine karate?

La parola karate è plurisecolare nella sua pronuncia, ma non nel modo di scriverla. Karate può infatti significare sia  Mano Cinese che Mano vuota. 
Lasciamo la spiegazione a Gichin Funakoshi (Gichin Funakoshi, Karate Do, il mio stile di vita, edizioni MEDITERRANEE, 2009)
Il linguaggio giapponese non è facile da padroneggiare, né è sempre così esplicito come potrebbe essere: caratteri diversi possono avere esattamente la stessa pronunzia, ed un singolo carattere può avere diverse pronunzie, a seconda dell’uso. L’espresslone karate e un eccellente esempio. Te (手) è abbastanza facile, significa “mano/mani)”. Ma ci sono due caratteri abbastanza diversi che sono entrambi pronunciati “kara” uno significa “vuoto” (空)  e l’altro è il carattere cinese attribuito alia dinastia Tang (唐) e può essere tradotto in “cinese”.
Allora, dovremo indicare la nostra arte marziale con i caratteri che significano “mano/i vuota/e” (空手) o con quelli che significano “mano/i cinese/i” (唐手) ? Siamo, qui, di nuovo nell’ombroso regno della congettura, ma io credo di esse re nel giusto dicendo che prima di venire a Tokyo da Oki­nawa agli inizi degli anni Venti, fosse consuetudine usare il carattere per “cinese” piuttosto che quello per “vuoto” per scrivere “karate”, ma ciò certamente non vuol dire che l’uso del “kara” “cinese” fosse necessariamente corretto.
In verita, ad Okinawa noi usavamo la parola karate, ma piu spesso chiamavamo l’arte semplicemente “te” o “bushi no te” ovvero  « mano(i) di querriero».
Cosi, potevamo dire di un uomo sia che aveva studiato “te” sia che aveva avuto esperienza nel “bushi no te”.
Circa il momenta in cui “te” divenne per la prima volta “karate” nell’uso di Okinawa, devo astenermi dall’offrire anche solo una congettura, in quanto non esiste materiale scritto che potrebbe fornirci il più vago accenno, men che meno dirci se il carattere usato era quello per “cinese” o quello per “vuoto” .
Molto probabilmente, siccome Okinawa era stata a lungo sotto I’influenza cinese e siccome qualsiasi cosa fosse riportata dalla Cina era considerata eccellente ed elegante, era il “kara” “cinese” piuttosto che il “kara” “vuoto” ad essere usato, ma questo, come dico, puo essere solo una semplice congettura.
In effetti Ie due specie di “te” insegnate e praticate ad Okinawa avrebbero potuto essere chiamate piu correttamente “Shurite” e “Nawate” in riferimento aile due diverse scuole di karate esistenti sull’isola. Ma i caratteri per « mano(i) cinese(i) » sembrano essere divenuti più popolari e, probabilmente di conseguenza, la gente arrivò a credere che il karate fosse realmente una forma dell’arte di pugilato cinese. Persino oggi ci sono quelli che mantengono questa opinione, ma in effetti il karate praticato oggi e molto diverso dall’antica arte cinese di pugilato.
In gran parte per quella ragione, trovai difficile credere che “mano/i cinese/i” fosse il termine corretto per descrivere il karate di Okinawa così come si e evoluto attraverso i secoli.
In seguito, pochi anni dopo il mio arrivo a Tokyo, ebbi l’opportunita di esprimere il mio disaccordo con questo modo tradizionale di scrivere. Accadde all’incirca quando l’Universita di Keio formò un gruppo di ricerca sui karate, e io potei allora suggerire che all’arte fosse dato il nuovo nome di “Oai Nippon Kempo Karate­do” (La Via del Grande Metodo di Pugilato Giapponese a Mani Vuote),  facendo uso del carattere per “vuoto” piuttosto di quello per “cinese”
La mia proposta inizialmente sollecito violente esplosioni di critiche sia a Tokyo che ad Okinawa, ma io confidavo nel mutamento e vi ho aderito nel corso degli anni.
Da allora, esso ha infatti guadagnato tale vasto consenso che la parola «karate” apparirebbe strana a noi tutti se fosse scritta col carattere «kara” «cinese”.
II “kara” che significa “vuoto” e in definitiva il piu appropriato. Per prima cosa, esso simbolizza il fatto ovvio che questa arte di autodifesa non fa uso di armi ma solo di piedi nudi e mani vuote. 
Inoltre, gli studenti di Karate-do aspirano non solo a perfezionare l’arte che hanno scelto, ma anche a svotare il cuore e la mente da tutti i desideri e le vanita terrene. Leggendo Ie scritture buddiste, ci imbattiamo in affermazioni quali “Shiki-soku-ze­ ku” e “Ku-soku-zeshiki” che letteralmente vogliono di­ re: “La materia è vuota” e “tutto è vaquità”.
II carattere «ku», che appare in entrambe le ammonizioni e può essere anche pronunciato “kara”, è vero in se stesso.


Cos’è il karate?

Il termine Karate-do, letteralmente Via della Mano Vuota, è un’arte marziale facente parte del Budo, la Via alle Arti Marziali Giapponesi.
Il karatedo non è uno sport ma una via marziale  da percorrere per tutta la vita.
Solo quando non esistono alternative è possibile utilizzare il karate per difendersi.
Il karatedo giapponese trae la sua filosofia dalla Via del Guerriero, ovvero dal Bushido, nella quale mente , spirito e corpo devono svilupparsi armoniosamente.
Tecnica e cortesia sono gli ingredienti di base del karate do.