2014 – Okinawa

​Alle radici dello Shotokan

Resoconto del viaggio ad Okinawa del Mº Riccardo Frare insieme alla figlia/allieva Silvia Frare.

1. Okinawa: il luogo di nascita del karatedo
Sappiamo che il karatedo nacque e si sviluppò per oltre mille anni ad Okinawa, ma fu solo nel 1922 che il Mº Funakoshi Gichin portò il karate in Giappone (è bene ricordare che Okinawa divenne parte dell’impero giapponese solo nel 1872). Fu grazie al Giappone, ed in particolare alla JKA, che dopo la fine della II guerra mondiale il karatedo si diffuse in tutto il mondo. L’opera di diffusione compiuta dai Maestri Kase (Francia), Shirai (Italia), Nishiyama (USA), Kanazawa (UK ed Hawai) è sotto gli occhi di noi tutti. Ma cosa sappiamo davvero del karate originale di Okinawa? Il karate di Okinawa è ancora vivo? Che differenze ci sono con il karate nipponico? E’ con queste domande in testa che abbiamo deciso di intraprendere il nostro viaggio “alla ricerca delle radici dello Shotokan; la destinazione non poteva che essere l’arcipelago di Okinawa. Le isole Okinawa (沖縄諸島 Okinawa Shotō) formano il gruppo principale dell’arcipelago giapponese delle Ryukyu (1485 km²) e comprendono l’omonima isola ed altre minori. Ad Okinawa (l’isola principale) troviamo il capoluogo, la città di Naha. Naha ora è una moderna città di medie dimensioni (all’incirca come Verona), ed è il risultato dell’urbanizzazione post II guerra mondiale che ha unito varie città, in particolare Shuri (l’antica capitale) dove si sviluppò lo shuri-te, la vecchia Naha, patria del naha-te e di Tomari, centro del Tomari-te. Ai tempi del Mº Funakoshi Gichin era comune che un allievo imparasse il kararte da più di un maestro, ed ogni maestro era a capo di una scuola. Le scuole non erano assimilabili al concetto moderno di “stile”, erano piuttosto modi diversi di declinare il karate, che comuqnue aveva nell’isola una sua qualche struttura unitaria. E’ per questo motivo che il Mº Funakoshi scrisse: “non esistono stili nel karate”

2. Il viaggio si avvicina
Ma man mano che la data della partenza si avvicinava la domanda su dove avremmo praticato il karate ad Okinawa diventava pressante. Sapevamo molto bene che Okinawa ospita centinaia di dojo, il problema era sulla scelta. Purtroppo i (pochi) siti web dei dojo non aiutavano molto, essendo scritti solo in giapponese. Sperare in un aiuto federale era impensabile (non esiste lo Shotokan ad Okinawa, e non ci risultano contatti tra FIKTA ed Okinawa.) A chi chiedere?
Dato che Funakoshi Sensei studiò il karate ad okinawa e solo una volta giunto in Giappone sviluppò (insieme al figlio Yoshitaka) quello che noi chiamiamo shotokan, ci è parso naturale rivolgersi al tipo di karate praticato da Funakoshi ad Okinawa, ovvero lo shorin-ryu. 
Ma, pur restringendo la scelta allo shorin-ryu, rimaneva il problema della scelta del dojio, tenendo conto che lo shorin-ryu di Okinawa è al suo interno articolato in varie scuole.
Un grande aiuto è venuto dall’ Okinawa Traditional Karate Liason Bureau (http://okbb.org), il cui scopo è far conoscere il karate di Okinawa e di mettere in contatto i karateka visitatori con i grandi maestri di Okinawa… non potevamo sperare di meglio.
L’ Okinawa Traditional Karate Liason Bureau è stato creato ed è gestito da Miguel da Luz, che recatosi ad Okinawa per lo studio del karate ha deciso di stabilircisi definitivamente, innamorato dal karate originale e dalla gentilezza degli abitanti. Una volta contattato, Miguel si è subito attivato fornendoci una lista di 10 maestri. A questo punto l’onere della scelta ricadeva sul Mº Frare, che ha scelto il Mº Shimabukuro Zempo, 10º Dan Shorin-ryu.

3. Ad Okinawa
Siamo finalmente arrivati alla fine di luglio 2014 … possiamo partire.
Dopo un rocambolesco viaggio (nel quale tra l’altro abbiamo rischiato di schinatrci al suolo in atterragggio ad Okinawa, a causa di un tifone), siamo arrivati a Naha (quartiere Tomari). Con non poche complicazioni affittiamo un’auto. Passato il fine settimana in tutto relax arriviamo a lunedì, il giorno del primo allenamento. Le domande che ci facevamo erano tante: come sarebbe stato l’allenamento? Che persona si sarebbe rivelata il Mº Shimabukuro? Come sarebbe stata la prastica dello shorin ryu per noi particanti dello shotokan tradizionale?
 In un’ora arriviamo dal nostro holtel all’hombu dojo della scuola del Maestro Shimabukuro (IOSSKA: International Okinawan Seibukan Shorin-ryu Karatedo Association) nella città di Chatan.
Il dojo è al piano terra in una palazzina anni ’60 (la guerra prima e successivi incendi poi hanno distrutto tutte le abitazioni originali di Okinawa), con sopra l’abitazione del Maestro. 
Il primo incontro è con il figlio del Mº Shimabukuro, un bravissimo V dan, che ci invita ad entrare nel dojio ed ad indossare i nostri karategi. Una volta entrati tutto cambia, ci ritroviamo in un bellissimo dojo tradizionale, dove si respira letteralmente kar~ate e dove il tempo sembra essersi fermato. Ben presto iniziano ad arrivare gli allievi. La lezione è organizzata in tre parti, ognuna della durata di un’ora. Si inizia con un veloce riscaldamento (quasi tutto fatto con tecniche di karate) e poi via con il kihon. Il Mº Shimabukuro è stato tra i primi ad introdurre ad Okinawa il kihon nella pratica. Ci alleniamo tutti insieme, adulti e bambini, con il Mº Shimabukuro che corregge ed insegna personalmente a tutti, indipendentemente dal grado e dall’età. Nella seconda ora si inizia a lavorare con i kata. Qui il lavoro è organizzato a gruppi, secondo il livello dei praticanti. Il kata caratterizzante la scuola del Mº Shimabukuro è Seisan (più in basso trovate il filmato), il kata che poi è diventato Hangetsu nello shotokan. Tutti sono tenuti ad impararlo, ovviamente ognuno secondo il proprio livello. Abbiamo avuto l’onore di apprenderlo guidati passo dopo passo dal Mº Shimabukuro, che con una gentilezza infinita ci ha insegnato il kata in tutte le su~e sfumature. Seisan, nella sua enorme bellezza, ha qualcosa di primitivo… mostra immediatamente le sue applicazioni che, a differenza di quanto accade nei kata shotokan, non sono nascoste. 
Essendo il lavoro nella seconda ora organizzato a gruppi di lavoro, abbiamo potuto osservare ed apprezzare le versioni originali di kanku-dai, enpi e gojushiho dai. La terza ora è destinata agli allievi esterni per approfondimenti personalizzati (oltre allo scrivente ed al Mº Frare, all’inizio erano presenti tre cinture nere Russe.)
In questa terza ora, oltre a perfezionare il kata seisan, abbiamo avuto la possibilità di apprendere le versioni originali dei tekki, ovvero naianchi. A differenza degli altri kata qui abbiamo notato come Funakoshi padre e figlio abbiano trasmesso le versioni originali senza sostanziali differenze.
Nei kata naianchi, nonostante la stretta similitudine con i nostri tekki, abbiamo comunque potuto apprezzare la vicinanza con l’applicazione. Ad esempio, il morote empi del nostro tekki-nidan è esplicitamente eseguito come tecnica di proiezione.

4. Origini della scuola del Maestro Shimabukuro Zenpo
Come nasce lo stile del Maestro Shimabukuro?
Per rispondere dobbiamo risalire agli inizi dell’800 ed ai Maestri Matsumura Sokon, Matsumora Kosaku, Oyadomari Kokan. Tutti questi grandi Maestri erano a capo di scuole (una scuola si identificava con il dojo del maestro) ognuna delle quali caratterizzata da un corpus molto ristretto di kata (meno di dieci). Ricordiamo che il karatedo era a quei tempi una disciplina segreta di autodifesa ed i kata erano il veicolo principe di trasmissione del karatedo. 
Le scuole di karate vivevano e crescevano nel mutuo rispetto tra maestri (a differenza di quanto si narra per il kung-fu cinese, mai sono esistiti ad Okinawa scontri tra le scuole di karate).
In ogni modo la segretezza del karate non impedì al giovane Kiyan Chotoku (1870-1945) di ritorno ad okinawa nel 1986 di frequentre diverse scuole di karatedo ad Okinawa.
Fu così che Chotoku, il futuro maestro fondatore della Scuola shorin Seibukan entrò in contatto con l’anziano e grandissimo maestro Matsumura Sokon (1800-1890) imparando da questo maestro i kata Seisan e Gojushiho, e poi i kata Chinto dal maestro Matsumora Kosaku, Passai dal maestro Oyadomari Kokan, Wanshu dal Maerstro Maeda,   Anaku dal maestro Maeda ed infine il kata Kusanku dal Maestro Yara. Questi kata costrituirono quindi l’essenza della scuola del Maestro Chotoku, il Seibukan Shorin-ryu Karatedo.
Ma se è vero che il sistema di kata della scuola di Chotoku deriva da kata appartenenti a diverse scuole, molti sostengono che il vero padre spirituale della scuola Seibukan fu il grande Matsumura. Purtroppo, a causa dei problemi di segretezza non esisitono documenti che mostrino lo stile di Matsumura. Sappiamo invece benissimo quale sia lo stile Seibukan. Infatti, come ci ha detto Shimabukuro Zenpo Sensei, il moderno Seibukan è esattamente lo stile che Chotoku insegnò al suo più grande allievo ovvero il Maestro Shimabukuro Zenryo (1908-1969), padre e maestro di Shimabukuro Zenpo.
Il Seibukan Shorin-ryu karatedo è uno stile che pur appartenendo alla grande famiglia dello shorin-ryu è molto diverso da quello paraticato da Funakoshi Gichin, ma sorpendentemente vicino allo shotokan.

5. Concludendo 
Ad Okinawa abbiamo trovato un grande maestro ed una persona di una umanità eccezionale.
Il Mº Shimabukuro è a capo di un’organizzazione mondiale (IOSSKA) con centinaia di dojo in tutto il mondo, eppure non si è mai arricchito con questa organizzazione. Per vivere ha sempre fatto un’altro lavoro. Il suo decimo dan è un decimo dan “vero”, non auto-attribuito dalla sua organizzazione. E’ il consesso di tutti i maestri di karatedo di okinawa ad attribuire i dan “elevati”. Nessuno si può autoproclamare maestro né tantomeno 10º Dan.Il Mº Shimabukuro è stato nominato monumento vivente del giappone (toraemon), onore che l’imperatore concede alle persone che nella propria arte sono da esempio per la tradizione del sol levante. Ma orgoglio e supponenza non fanno parte del suo carattere. Ama il karate e tutta la sua vita è destinata a diffindere nel mondo la via del karate. Il suo radicamento alla storia del suo paese e del karatedo ci ha fatto toccare con mano lo spirito originario del karatedo.